The Ottoman Bridge of Mosul: Survey and History of an Endangered Heritage
84 pagine in b/n e colori
978-88-7849-192-2 (edizione cartacea)
978-88-7849-193-9 (edizione online)
doi 10.12877/maiop202301
ISBN 978-88-7849-179-3
© Ante Quem 2023
56 pagine b/n e a colori
In armonia con i Livelli Uniformi di Qualità del Sistema Museale della Regione Emilia-Romagna, il Museo Civico Archeologico “A.C. Simonini” vanta oggi una dimensione sociale e culturale nuova, evidenziata dalla più moderna strumentazione tecnologica, allo scopo di coinvolgere ed includere la comunità attorno all’identità storica di Castelfranco Emilia.
Storia e archeologia divengono così strumenti utili anche alla promozione territoriale e turistica.
L’attenzione oggi viene posta sui sistemi di divulgazione delle informazioni che non possono essere solo esposizioni statiche o pannelli tradizionali, ma devono contemplare il rapporto innovato tra visitatore, spazio e ambiente digitale interattivo. E talvolta il learning by playing agevola il compito dell’educatore museale per il pubblico più giovane.
L’anno 2023 in Museo è stato dedicato alla storia dei rapporti fra Castelfranco Emilia e lo Stato Pontificio, focalizzandosi la narrazione in particolare sui Papi che lasciarono opere monumentali in questo territorio: una implementazione della narrazione storica in 3D real time decisamente accattivante e innovativa.
ISBN 978-88-7849-190-8
© Ante Quem 2023
32 pagine b/n e a colori
Uno scavo archeologico condotto nel 2021 a San Severino Marche ha permesso di portare in luce una porzione di una necropoli di età romana a rito misto (incinerazione e inumazione), pertinente al
territorio dell’antica città di Semptempeda.
I risultati del lavoro compiuto da archeologi, antropologi e restauratori, insieme ai reperti rinvenuti durante le indagini, restituiscono l’immagine di questa antica comunità e del suo intendere la morte, i rituali funebri e il culto tra I e III secolo d.C.
ISBN 978-88-7849-188-5
© Ante Quem 2023
152 pagine b/n e a colori
La legge 2 luglio 2019, n. 9 della Regione Emilia-Romagna, Disposizioni a favore dell’inclusione sociale delle persone sorde, sordocieche o con disabilità uditiva, all’art. 9 (Accesso alle attività culturali, sportive e del tempo libero) prevede l’applicazione di ogni «modalità idonea per la piena accessibilità al patrimonio storico, artistico e culturale regionale e la fruizione di eventi culturali».
Il Progetto ACCESs, Accessibilità Comunicazione Cultura E Sottotitoli per le persone sorde, si è proposto di migliorare la qualità della vita delle persone che sono nate con sordità o ipoacusia o che hanno visto ridursi l’udito con l’età e che, grazie a molteplici fattori e con l’aiuto di tutti, possono partecipare in prima persona alla vita sociale.
Uno dei campi in cui il progetto si è sviluppato è quello dei musei, veri promotori di cultura, in cui però troppo spesso è ancora carente la sensibilità per un approccio che permetta la piena fruibilità da parte di visitatori con disabilità sensoriale, in particolare uditiva.
Si riportano in questa pubblicazione i risultati del lavoro svolto in alcune realtà museali della regione, perché gli accorgimenti suggeriti possano essere presi come esempio di “buone pratiche”, nella speranza che vengano adottati sempre più da tutti gli operatori del settore.ISBN 978-88-7849-187-8
© Ante Quem 2023
128 pagine b/n e a colori
ISBN 978-88-7849-178-6
ISBN 978-88-7849-181-6 (pdf)
© Ante Quem 2022
120 pagine b/n
ISBN 978-88-7849-183-0
216 pagine
formato 21x29,7 cm
© Ante Quem 2023
Larthi è l’energia e la spensieratezza dei suoi dieci anni, ma questa estate la porta ad affrontare una prova per nulla semplice: vivere con l’anziana Velia durante l’assenza dei suoi genitori. Solitaria e brusca, Velia è ostile alle novità – a cominciare da quelle della sua città, l’etrusca Felsina, oggi Bologna –, alle persone e ora anche alla nipotina che le è stata affidata. Mentre il calore del sole aumenta e i giorni scorrono, un vecchio e prezioso oggetto di famiglia diventa il ponte che avvicina due vite in apparenza lontane: il vaso in bronzo – oggi noto come “situla della Certosa” – con il suo racconto per immagini apre un dialogo tra le generazioni e diventa il tramite per far nascere affetti e per portare cambiamenti nelle vite dei personaggi e nella Storia stessa.
Nella zona collinare alle spalle di Sassuolo, presso Montegibbio, la presenza di un’area caratterizzata da piccoli vulcani di fango di colore insolito ha rappresentato l’elemento di attrazione per una frequentazione di natura eminentemente religiosa, dalla preistoria fino alla tarda antichità. Il sito archeologico, con il suo santuario dedicato a Minerva, viene presentato in questo volume dopo una serie multidisciplinare di studi, che hanno fornito diversi piani di lettura e che sono il frutto di una sinergia, sul campo e nella successiva fase di edizione dei dati, di numerose figure professionali: hanno infatti collaborato a tali indagini esperti di archeologia, geologia, numismatica, epigrafia, archeobotanica, archeozoologia e litologia. Dal 2006 al 2015 lo scavo archeologico è rimasto aperto al pubblico e i risultati delle campagne di studio condotte sono presentati in questo volume privilegiando la concretezza dei dettagli di scavo.
600 a.C. Bologna – Felsina per gli antichi – è una delle più ricche e sviluppate città d’Italia e del Continente. Nel secolo detto “dell’orientalizzante”, per il grande sfoggio di oggetti e costumi mutuati dal Vicino Oriente che furoreggia fra le elites di tutto il Mediterraneo, la città è un punto di riferimento culturale per l’intero arco alpino centro-orientale. Qui erano già giunti maestri dalla Siria e da altre zone del Levante, abili in un campo nel quale da millenni ormai in Europa si era persa quasi ogni cognizione: l’arte figurativa. Ecco allora che a Felsina – da immaginare quasi come una Firenze ante litteram – assieme a una ricca serie di stele in pietra che adornano i sepolcreti cittadini, nasce l’Arte delle situle, una produzione di manufatti figurati in bronzo destinata ad affermarsi in tutto il bacino altoadriatico. Rinvenuta nel 1870 da Alessandro Zannoni durante gli scavi della necropoli bolognese della Certosa, la situla, assieme alla Benvenuti 126 di Este, è il capolavoro di quest’arte. La narrazione, realizzata a sbalzo e ad incisione sulle pareti del vaso, è un testo complesso che, seppur già studiato e soprattutto citato un’infinità di volte, a 150 anni dalla sua edizione risulta in letteratura criptico e perlopiù indecifrato. Lo studio presentato in questo volume, utilizzando lo stesso metodo usato con la situla Benvenuti, dimostra invece come ci si trovi di fronte ad un’architettura altamente sofisticata nella quale ogni singolo segno ha un suo preciso posto e una sua precisa funzione, a formare un quadro d’insieme dotato di significato chiaro e coerente. Dalla maggior parte degli studiosi ritenuta un’opera a carattere funerario, la situla e la sua narrazione figurata vengono invece qui letti come estesa rappresentazione dell’antico rito delle genti etrusco-italiche: quello noto come suovetaurilia e che prevedeva la circumambulazione dei confini civici e il compimento di sacrifici di tori, ovicaprini e suini. Del tutto sorprendenti le analogie, ampiamente approfondite dall’Autore, fra il racconto figurato e le Tavole di Gubbio, «la più importante serie di testi scritti di carattere religioso e rituale dell’antichità greco-romana», come le ha definite G. Devoto, fonti preziosissime per raccontarci la mentalità religiosa dell’epoca e soprattutto la ritualità etruscoitalica. Totalmente innovativa, infine, la lettura in chiave geografica e astronomica di alcune parti, che mette in luce una dimensione finora totalmente sconosciuta (o misconosciuta) di quest’opera, ma anche dell’intera Arte delle situle: quella che lega insieme ed esprime, in forma precisa e chiara, lo spazio e il tempo del racconto.
ed. Ante Quem 2023
pp. 304; formato 21x29,7cm; ril. bross.
ISSN 1593-2680
ISBN 978-88-7849-186-1
Il volume accoglie numerosi contributi, in larga parte inediti, sul popolamento antico di Verucchio e della Val Marecchia. Durante due seminari organizzati dall’Università di Pavia, dalle Soprintendenze emiliano-romagnole e dal Museo di Verucchio, dei quali questa pubblicazione rappresenta l’esito, sono stati resi noti i principali risultati di scoperte, scavi e analisi di materiali che forniscono una nuova base di dati per comprendere il ruolo di Verucchio e del suo territorio su scala sovra-regionale.
Vengono qui offerte sintesi territoriali e diacroniche di ampio respiro, analisi di progetti di ricognizione e strumenti di tutela, e studi dettagliati su contesti di scavo di abitato a San Leo, Rimini-Covignano e, soprattutto, sull’insediamento di Verucchio in località Pian del Monte, dove si susseguono fin dall’Ottocento scoperte e ricerche che, edite qui nel loro insieme per la prima volta, permettono di ricostruire la fisionomia dell’antico abitato dell’età del Ferro.
Il territorio di Serrenti, Comune della Sardegna centro-meridionale, è al centro di questo accurato studio storico e archeologico, che ne segue il divenire dalle più antiche testimonianze della presenza umana passando poi per le numerose vestigia della civiltà nuragica, quelle di età punico-romana fino alle tracce di epoca bizantina e giudicale.
Archeologia, storia dell’arte e ricerca storico-archivistica si intrecciano, inoltre, per indagare la questione del “villaggio scomparso” di Monpusi e le origini della chiesa e del culto di Santa Fida/Vitalia.
Il libro è rivolto sia agli studiosi che agli appassionati e curiosi di Antichità sarde, per i quali sono stati specificamente inseriti un glossario e un quadro introduttivo sulla storia dell’Isola.
formato 21 x 29,7 cm; ril. bros.
560 pagine, a colori
ISBN 978-88-7849-133-5