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NOVITA'
Daniele Carta

Il territorio di Serrenti

Un centro della Sardegna meridionale dal primo popolamento all'età giudicale
2018
formato 17 x 24 cm; ril. bros.
144 pagine, a colori
ISBN 978-88-7849-136-6
€ 18,00
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Il territorio di Serrenti, Comune della Sardegna centro-meridionale, è al centro di questo accurato studio storico e archeologico, che ne segue il divenire dalle più antiche testimonianze della presenza umana passando poi per le numerose vestigia della civiltà nuragica, quelle di età punico-romana fino alle tracce di epoca bizantina e giudicale.
Archeologia, storia dell’arte e ricerca storico-archivistica si intrecciano, inoltre, per indagare la questione del “villaggio scomparso” di Monpusi e le origini della chiesa e del culto di Santa Fida/Vitalia.
Il libro è rivolto sia agli studiosi che agli appassionati e curiosi di Antichità sarde, per i quali sono stati specificamente inseriti un glossario e un quadro introduttivo sulla storia dell’Isola.

NOVITA'
Sauro Gelichi, Cinzia Cavallari, Massimo Medica (a cura di)

Medioevo svelato. Storie dell'Emilia-Romagna attraverso l'archeologia

2018

formato 21 x 29,7 cm; ril. bros.
560 pagine, a colori
ISBN 978-88-7849-133-5

€ 29,00
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Non ordinabile: ESAURITO
Una buona archeologia dovrebbe essere in grado di raccontare storie; ma, soprattutto,
dovrebbe essere in grado di raccontare le storie di tutti. Questo è lo scopo principale della Mostra: narrare il Medioevo direttamente attraverso tutti i suoi protagonisti.
L’Emilia-Romagna è stata tra le prime regioni in Italia dove si è sviluppata un’archeologia del Medioevo e quarant’anni di ricerche, di tutela e di attività sul campo hanno prodotto una notevole quantità di dati, di informazioni, di conoscenze. Molto spesso tutto ciò è rimasto confinato in pubblicazioni specialistiche oppure non è stato raccolto assieme per tentare di offrire una visione più ampia e una prospettiva meno settoriale della vita nelle città e nelle campagne in questo lungo arco di tempo. 
Tra antiche città sopravvissute e nuovi empori, tra castelli e monasteri, tra chiese e villaggi, questa Mostra intende raccogliere i frutti migliori di quell’esperienza e, per la prima volta, presentarli al largo pubblico.

Ocnus. Quaderni della Scuola di Specializzazione in Beni Archeologici 26, 2018

2018
formato 21 x 29,7 cm; ril. bros.
160 pagine, in b/n e a colori
ISBN 978-88-7849-138-0; ISSN 1122-6315
€ 40,00
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«Ocnus. Quaderni della Scuola di Specializzazione in Beni Archeologici» accoglie, sulla base di rigorosi referaggi esterni, lavori dei docenti dell’omonima Scuola di Specializzazione di Bologna, lezioni e conferenze tenute da studiosi ospiti, ricerche degli allievi e contributi di specialisti di livello internazionale. Tenuto conto dell’ampio spettro di discipline della Scuola – dalla Preistoria all’Archeologia Orientale, dall’Archeologia Classica all’Archeologia tardo-antica e medievale, dall'Archeometria alla Bioarcheologia, dal Restauro all'Archeologia pubblica – «Ocnus» intende proporsi anche come sede aperta a contributi e studi di forte impronta antropologica e interdisciplinare.
Antonio Gottarelli

Padānu. Un'ombra tra le mani del tempo

La decifrazione funzionale del fegato etrusco di Piacenza
2018

Collana Archeologia del Rito, vol. 3
Edizioni Te.m.p.l.a. 2018
formato 16,5 x 24 cm; ril. filo refe, copertina cartonata, sovracopertina
288 pp., b/n
ISBN 978-88-6113-010-4

€ 50,00
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Il Sole, la Luna, le costellazioni, le 16 stazioni annuali di un calendario liturgico rituale e le 6 porte che scandiscono il ritmo di levata dei corpi celesti sull’arco solstiziale: sono dunque questi gli elementi chiave per comprendere la complesso trama di iscrizioni presenti sul fegato etrusco di Piacenza? Nel precedente volume eravamo giunti alla conclusione che il piccolo bronzo poteva essere un modello simbolico e stilizzato dello stesso Fegato di Tiāmat, “con funzione strumentale per il calcolo delle fasi cicliche del tempo”. Sciolto così ogni legame con la pratica epatoscopica, ci eravamo chiesti cosa sarebbe accaduto all’intero castello di congetture sulle 16 regioni del nastro periferico se, in altri contesti, si fosse arrivati a dimostrare che l’immagine ideale del Templum celeste presentasse una diversa figura e un diverso sistema d’orientazione rispetto a quanto tradizionalmente ipotizzato. La risposta era più che ovvia: l’intero castello sarebbe crollato e l’interpretazione del fegato di Piacenza avrebbe dovuto essere interamente reimpostata su nuove basi. E sono proprio queste basi il punto di arrivo del lungo percorso di ricerca che nel precedente volume ci ha permesso di collegare la geometria del Templum solare del luogo ai significati di una delle più custodite dottrine misteriche dell’antichità: quella dei grandi “segreti del Cielo e del Sottosuolo” che furono impressi sul fegato dell’antica madre Tiāmat, all’atto della rifondazione cosmogonica. E saranno proprio i meccanismi astronomici del Templum solare del luogo, così come li abbiamo ritrovati descritti nel “Libro dell’Astronomia” di Enoc, che ci forniranno ora la chiave interpretativa da cui ripartire per giungere alla sua completa decifrazione.Si sveleranno così le funzioni di uno dei più straordinari strumenti rituali dell’antichità per il computo della dimensione liturgica dello scorrere del tempo, primo oggetto palmare, analogico digitale, mai rinvenuto, in grado di fissarne i ritmi e le geometrie. Ma quello a cui ci porterà la sua decifrazione è molto più di questo, perchè il suo contenuto simbolico e strumentale aprirà nuove e straordinarie future prospettive di ricerca sui fondamenti concettuali della stessa “Etrusca disciplina” e sui processi che porteranno l’Etruria tirrenica al suo estremo confine padano settentrionale. La linea del 45° parallelo che è solcata dal grande fiume del nord Italia che attraversa quella pianura e che accolse le spoglie di Fetonte, coincide con l’antico asse di equilibrio che fu dell’ordine cosmico delle origini e corrisponde a quell’“equatore gnomonico” che trova un preciso riscontro nelle funzioni strumentali del modello. Sul fegato, tale riscontro è rappresentato da un segno inciso che è sempre presente sui più antichi modelli epatoscopici del Vicino Oriente, e la cui traduzione nel termine accadico padānu mostra una straordinaria familiarità con i nomi che in seguito verranno attribuiti a quella stessa pianura e al grande fiume che la attraversa.

Antonella Coralini

Pompei. Insula IX 8. Vecchi e nuovi scavi (1879-)

2018

formato 21 x 29,7 cm; ril. bros.
806 pagine, in b/n e a colori
ISBN 978-88-7849-115-1

€ 70,00
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Tanto nota e frequentata, quanto ancora in attesa di essere studiata e compresa a fondo nella sua natura specifica: così è Pompei, sito archeologico pluristratificato, in cui l’ibridazione fra antico e moderno, a 270 anni dall’inizio della sua riscoperta, pesantemente condiziona il tentativo di riavvicinarsi alla realtà del 79 d.C. e a quelle che l’hanno preceduta.
Indispensabili appaiono le indagini archeologiche sul campo, ma anche le ricerche nei depositi, negli archivi e nelle biblioteche, il recupero degli scavi pre-stratigrafici e degli inediti, al fine di colmare quei vuoti che ancora ostacolano la conoscenza della Pompei antica. Il Programma Vesuviana dell’Alma Mater, con il suo Progetto Pompei, 1998-, già Pompei. Insula del Centenario (IX 8), ha fatto dell’insula IX 8 l’oggetto di uno studio di dettaglio. Del suo piano editoriale questo volume costituisce la seconda tappa, in cui sono esposti non solo i risultati degli interventi archeologici più recenti (1999-2004), ma anche l’esito del recupero dei dati e dei materiali relativi agli sterri ordinari e agli scavi appositi del 1879-1880.

Rossana Gabusi, Monica Miari, Tiziano Trocchi (a cura di)

Ponticelli di Malalbergo. Un abitato del II millennio a.C. e le successive trasformazioni del territorio

2018
formato 21 x 29,7 cm; ril. bros.
136 pagine, in b/n e a colori
ISBN 978-88-7849-134-2
€ 23,00
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La recente messa in opera di un metanodotto nella pianura a nord di Bologna ha permesso di aprire una finestra sul passato più antico di queste terre. La ricostruzione del paleoambiente, unita ai dati di cultura materiale relativi a un abitato dell’età del Bronzo, mette in luce il complesso rapporto tra uomo e paesaggio, che ha inevitabilmente determinato le scelte insediative nei secoli.

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